
La mano aperta nel canestro colmo di noci si muove come un mistico sulle braci, leggera, non affonda, si muove sfiorando appena le lignee lisci superfici, così lo sguardo perso nella vista fuori dalla veranda già assolata, leggero, tocca le spesse e lucide foglie di magnolia, posandosi qua e là delicatamente. Non è una semplice forma di rispetto, è un morbido approccio al giorno, è il penetrare lievemente tra le cose lasciando che si perdano nella vista e con esse io stesso. Il tepore della tazzina di caffè nell’altra mano mi tiene legato alla realtà del giorno, non ci fosse mi perderei come bruco tra l’intrigo di foglie e i flessibili rametti, mi farei poi farfalla per volarne via senza ritorno. Sono qui, l’odore del caffè mi afferra riconducendoli alla realtà dentro la stanza assolata, ricordandomi che fuggire con lo sguardo tra le foglie di magnolia non mi porterà da nessuna parte che non sia la mia sola pazzia. Sorseggio il caffè mentre una farfalla bianca vola via lontana da me perdendosi alla vista. (luca)
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FATALITÀ Questa notte m'apparve al capezzale Una bieca figura. Ne l'occhio un lampo ed al fianco un pugnale, Mi ghignò sulla faccia.—Ebbi paura.— Disse: «Son la Sventura.» «Ch'io t'abbandoni, timida fanciulla, Non avverrà giammai. Fra sterpi e fior, sino alla morte e al nulla, Ti seguirò costante ovunque andrai.» —Scostati!... singhiozzai. Ella ferma rimase a me dappresso. Disse: «Lassù sta scritto. Squallido fior tu sei, fior di cipresso, Fior di neve, di tomba e di delitto. Lassù, lassù sta scritto.» Sorsi gridando:—Io voglio la speranza Che ai vent'anni riluce, Voglio d'amor la trepida esultanza, Voglio il bacio del genio e della luce!... T'allontana, o funesta.— Disse: «A chi soffre e sanguinando crea, Sola splende la gloria. Vol sublime il dolor scioglie all'idea, Per chi strenuo combatte è la vittoria.» Io le risposi:—Resta. Ada Negri (Lodi, 3 Febbraio 1870 - Milano, 11 Gennaio 1945)
La poesia è tratta dalla raccolta Fatalità a prefazione di Sofia Bisi Albini. Fratelli Treves Editori – 1911